Si e’ aperta con un minuto di silenzio per le vittime degli attentati di Parigi e della Nigeria l’assemblea del Pd toscano che oggi si e’ riunita a Campi Bisenzio per avviare il percorso programmatico per le elezioni regionali di primavera. “La Toscana che sarà”, questo il titolo dell’assemblea, ha visto anche l’intervento della vicesegretaria nazionale del Pd Debora Serracchiani.
Questa mattina i 12 “speaker corner”, gruppi di discussione tematici, aperti ai membri dell’assemblea, ma anche ai segretari di circolo e di unione comunale del PD della Toscana e ai rappresentanti delle istituzioni. Oltre 500 persone hanno elaborato contributi che formeranno una prima bozza del programma del Partito Democratico, che sarà sottoposta alla discussione aperta ai circa 400mila elettori delle ultime primarie. “Un percorso partecipativo che non ha precedenti in Italia” ha detto il segretario regionale Parrini.
Poi sono stati invitati sul palco 5 protagonisti di storie toscane di eccellenza: Paolo e Ilaria Marchi, titolari di un’azienda di viti, utilizzate anche nell’ambito della missione spaziale “Rosetta”; Riccardo Panelli, fondatore di una fattoria sociale a Monteriggioni; Matteo Piras, presidente del cda di un portale che seleziona start-up e consente loro di raccogliere le risorse necessarie tramite micro-quotazioni; Corrado Menchetti, che ha fatto crescere il forno di famiglia dai 25 dipendenti di 6 anni fa ai 150 attuali; Alessandra Fierabracci, ricercatrice che brevettato nel 2010 un kit per lo screening di soggetti a rischio diabete. Nel pomeriggio invece discussione in plenaria con gli interventi dal palco, tra i quali il presidente della Regione Enrico Rossi, e le conclusioni di Parrini. “Siamo tutti feriti per la strage contro Charlie Hebdo in Francia – ha detto lo stesso Parrini intervenendo all’assemblea -. L’Europa deve essere unita su più fronti: non solo moneta unica, ma anche intelligence unica per fare l’esempio più attuale. Contemporaneamente dobbiamo respingere sciacallaggi e demagogie elettorali che fanno leva sul dolore e sul terrore“. Parrini ha ricordato anche “i duemila morti fatti dai jahadisti di Boko Haram in Nigeria“.
Intervenendo su questioni nazionali, Parrini ha parlato di “industrial compact”, spesa pubblica, carico fiscale, sburocratizzazione, scuola e rilanciato la necessità di ridurre il numero delle regioni da 20 a 10/12, favorendo intanto gestioni associate interregionali su alcuni ambiti come banda larga, informatizzazione, acquisti in sanità. Ha ricordato la riduzione dei costi della politica a livello nazionale con la decisione di ridurre del 30 percento le dimensioni del Parlamento, così come il passaggio in Toscana da 55 a 40 consiglieri e da 10 a 8 assessori.
La parte più ampia dell’intervento è stata dedicata proprio alla Toscana: “La Toscana del futuro dovrà essere riformista, nel segno della trasparenza e del merito, della giustizia sociale e degli investimenti in innovazione. Dobbiamo essere capaci di promuovere con la stessa determinazione la solidarietà e l’iniziativa individuali. Dobbiamo spianare la strada a chi vuol investire e creare posti di lavoro. Dobbiamo abbassare la pressione fiscale, aprire ai buoni investimenti delle vere e proprie corsie preferenziali, facendo funzionare meglio la macchina pubblica, con robuste dosi di semplificazione e meno burocrazia, in grado di stare alla pari col vigore riformista che in questi campi sta esprimendo il governo nazionale. E lo stiamo facendo bene.
Dobbiamo essere i promotori della spinta alle fusioni e alle unioni di comuni e accelerare le aggregazioni delle società toscane di servizi pubblici locali per aumentare la loro capacità di investimento e il contenimento delle tariffe”.
Sulle politiche sociali e sanitarie “dobbiamo mantenere una posizione di avanguardia e proprio per rimanere a livelli eccellenti hanno bisogno di grandi cambiamenti.”
Per gli investimenti “sono fondamentali gli accordi di programma Stato-Regioni – ha detto Parrini -. Per Piombino sono stanziati 270 milioni per la riconversione polo siderurgico. Lo stesso risultato è da replicare per Livorno e Massa Carrara”.
Sulle alleanze Parrini ha ribadito che la condizione imprescindibile è quella del programma: “discuteremo con gli altri sulla base delle nostre priorità programmatiche, da grande partito riformista a vocazione maggioritaria quale siamo“.
Infine le votazioni delle regole per la raccolta firme in caso di presentazione di candidature alternative a presidente della Regione ulteriori a quella dell’uscente Enrico Rossi. Eventuali sfidanti potranno raccogliere a partire dal 12 gennaio e consegnare entro le ore 18 del 27 gennaio il numero di firme previste da statuto e cioè il 15 percento degli iscritti certificati del PD toscano dell’anno 2013. L’assemblea ha poi votato un documento in cui si ribadisce che il PD non utilizzerà il listino bloccato e che in ogni collegio la lista del PD conterrà un numero di candidati doppio rispetto al totale dei consiglieri spettanti a quel collegio così da allargare al massimo la possibilità di scelta degli elettori.